mercoledì 27 febbraio 2013

Mercati generali dell'Ostiense

I mercati generali - www.webalice.it

 
Nella terminologia della lingua italiana cosa s'intende per mercato? Il luogo, specialmente all’aperto o anche ampio edificio o insieme di edifici dove  si riuniscono compratori, venditori o intermediari per contrattare e negoziare,  l’acquisto, la vendita o la transazione di merci.
La storia del mercato è antichissima, risale a più di cinquemila anni fa. Già dei tempi degli Assiri e dei Babilonesi, le merci venivano riunite in un luogo ben preciso e pagate con denaro o con gli antesignani dei nostri assegni.
Durante l'epoca romana,  il mercato si identifica con la piazza, il forum.  A Roma con la graduale trasformazione del Foro in centro politico prima dell’Urbe  e poi dell’Impero, le botteghe vengono sostituite dai nuovi edifici monumentali e  spostate in vari spazi della città specializzati: il forum vinarium, il forum piscarium,  il forum olitorium (degli erbaggi), il forum suarium (della carne suina), il forum delle  ghiottonerie, dei cibi delicati, delle primizie, e così via. L’idea del mercato come  edificio appositamente costruito per concentrare tutti i mercati cittadini (il macellum, termine passato poi ad indicare il mattatoio) è da ritenersi propriamente romana e risale al II secolo a.C. I più antichi sono di tipo quadriportico rettangolare, sotto il quale si allineano le tabernae (probabilmente dal termine tabula, cioè  tavolo, banco di vendita) e con una piazza interna scoperta in mezzo alla quale  sorge un’ara sacrificale o anche una semplice fontana. 
A Roma i mercati rionali continuano a rappresentare un pezzo della storia della città e un punto di riferimento sia per i Romani che per i turisti, i mercati ortofrutticoli presenti nei quartieri  più antichi della Capitale, legati all’anima forte e coriacea della gente che li anima  e li vivacizza.  Ancora oggi Testaccio, Monti, Nomentano, Garbatella, Trionfale, sono tra i mercati  rionali più belli e caratteristici.  Anche i Mercati Generali rappresentano un luogo di  fascino nell’immaginario romano, per il loro essere “città nella città”, uno spazio  che vive di notte quando tutto il resto è fermo.



 
La storia dei Mercati Generali inizia  il 23 settembre 1921 quando, per la prima volta a Roma, i diversi mercati (quello delle erbe di viale Manzoni, quello del pesce prima di Portico d’Ottavia  e poi di piazza San Teodoro, quello dei fiori, ecc.) furono raggruppati in un unico comprensorio nella nascente area industriale di Ostiense, a ridosso del quartiere  operaio di Testaccio e del “monte dei cocci”.
Agli inizi del Novecento , con il sindaco di Roma  Ernesto Nathan,   su progetto di Emilio Saffi, iniziano a sorgere i  Mercati Generali, il cui progetto approvato nel  1910, avrà un iter complesso, tanto che essi,  inaugurati nel 1921, saranno portati a termine  solo negli anni successivi.
il progetto, prevedeva  due zone: una destinata al mercato della frutta e ortaggi e l’altra al mercato del pesce, carni e uova. I due settori erano divisi al centro da un’ampia zona destinata al raccordo ferroviario.
Il mercato degli erbaggi e frutta prevedeva un fabbricato d’ingresso prospiciente la via Ostiense (per la direzione, le abitazioni dei dirigenti e custodi, l’ufficio daziario e delle guardie municipali, l’ufficio sanitario, postale e telefonico). Lungo il perimetro del mercato furono previste una serie di magazzini, tettoie in cemento armato e vasti piazzali. Lungo le due ali esterne, nelle vie laterali al mercato, vennero progettati i locali per scuderie e rimesse.
Il mercato del pesce, abbacchi, polli, uova affacciava sulla progettata stazione del Mercato lungo la linea Roma-Ostia, con un edificio d’ingresso dove furono collocati gli uffici per la direzione. Al centro dello spazio destinato a questo settore fu previsto il grande padiglione per la vendita del pesce (mq. 3.250) e, ai lati, sei padiglioni (tre per parte) per la vendita di abbacchi, polli, uova. Il piano seminterrato fu destinato alle celle frigorifere.
Nel 1912 la commissione dell’Ispettorato edilizio concede l’autorizzazione; in seguito, vengono espropriati i terreni, inizialmente quelli appartenenti ai Fajella (proprietari dell’attigua vetreria Fajella) e quindi i terreni appartenenti ai Torlonia, per i quali occorre una lunga sequela di contrattazioni.
Gli eventi bellici arrestano l’esecuzione del progetto e solo nel febbraio 1922 il “Consorzio edile italiano” consegna i fabbricati ma non tutto il progetto era stato completato. Nel 1924 viene quindi realizzato un secondo lotto di lavori che  comprende il padiglione del pesce totalmente rinnovato nella sua struttura e configurazione spaziale e i padiglioni per la vendita di abbacchi e pollame. Mentre il progetto del 1910 prevedeva un ampio uso del ferro, nella seconda fase di costruzione, si hanno modifiche di ordine architettonico e strutturale: viene sostituito al ferro l’uso di muratura e di cemento armato, e le coperture a volta sono sostituite da coperture con architravi. Si ampliano gli elementi funzionali e si riducono gli elementi decorativi, i fregi, le volute, gli stucchi liberty; le cancellate ed il fornice dell’ingresso principale perdono il loro aspetto monumentale. 





Giornale Luce B0092 del 1932
Descrizione sequenze:i mercati generali; lavoratori scaricano merci da vagoni ferroviari e caricano merci su carri.





Nell'autunno del 2002, i mercati generali dell'Ostiense furono trasferiti a Guidonia, divenendo il più grande centro agroalimentare della città. La zona, ormai deserta, all'Ostiense, fu  oggetto di un progetto per la riqualificazione dell'area. La posizione centrale, gli oltre otto ettari di area, la sua configurazione interna, il particolare fascino degli storici edifici liberty di inizio ‘900 furono oggetto di un ampio studio da parte del Gruppo Toti assieme all'olandese Rem Koolhaas. Il nuovo complesso che avrebbe dovuto sorgere negli Ex Mercati Generali, concepito come Life Style Center, si dovrebbe sviluppare su circa 215.000 mq di spazi disponibili.
 Attorno alla grande piazza ubicata al centro, gli spazi dividono nelle aree tematiche dell’intrattenimento, della cultura, dell’enogastronomia e dello shopping.
Le attività commerciali si sviluppano, con una superficie complessiva di circa 30.000 mq, nei nuovi padiglioni della Piazza delle Erbe ed al piano terra degli edifici esistenti del Recinto che la circondano, dove le tettoie preesistenti sono state conservate e valorizzate creando un portico suggestivo e protetto. Nello scenario suggestivo dei due storici edifici liberty, posizionati al centro dell’area, troveranno spazio: il Forum dei Sapori, nell’edificio già sede del Mercato Ovini e Pollame, dove la cultura eno-gastronomica si esprimerà con una completa e qualificata offerta di specialità nazionali ed internazionali, con una superficie dedicata alla vendita ed alla ristorazione di circa 8.400 mq; mentre l’adiacente edificio già Mercato del Pesce, ospiterà una moderna Mediateca nella quale le offerte innovative ed i servizi si svilupperanno su circa 5.500 mq, integrati con una biblioteca comunale di oltre 1.000 mq. Il Cinema Multisala che si affaccia sulla grande piazza posta alla base dei nuovi edifici, luogo naturale di eventi e presentazioni, con le sue 7 sale integra l’offerta di intrattenimento. Al tema dello sport è dedicato un ampio spazio che accoglie su più livelli l’esposizione e la vendita di prodotti ed attrezzature (circa 5.100 mq) oltre ad una moderna ed attrezzata palestra con piscina integrata con un importante settore dedicato alla SPA per una superficie complessiva di oltre 4.800 mq.
Infine nel complesso sono previsti anche moderni e qualificati spazi per il terziario, grazie alla realizzazione di uffici per un totale di circa 24.000 mq, tra edifici storici e di nuova realizzazione.
Il sistema Parcheggi assicura, con circa 83.000 mq di superficie disponibile per la sosta, un’offerta di circa 2.000 posti auto, oltre a circa 30.000 mq di percorsi pedonali, piazze e terrazze.
Di tutto il progetto ad oggi non c'è ancora nulla di realizzato  e le tracce degli uomini e delle donne che hanno vissuto, lavorato, riso e sofferto tra queste mura appartengono ormai ai ricordi.

Qui, http://www.silvanototi.com troverete tutte le foto del progetto di riqualificazione.

Su facebook, potrete trovare un gruppo dedicato a tutti coloro che hanno lavorato ai mercati generali. Si ricercano storie e foto da condividere

Mercati generali Spariti (Via Ostiense Roma)


Fonti: 
restipica.net

“Le Fabbriche della conoscenza - Roma Tre nel territorio e nella riqualificazione dell’area Ostiense"
RETTORATO di ROMA TRE, 23-30 gennaio 2001” (http://www.uniroma3.it)


Un patrimonio a Roma tra memoria e progetti host.uniroma3.it

silvanototi.com

domenica 24 febbraio 2013

G. Castello partita dei Giovanissimi provinciali '98

Iniziamo con una nuova attività, l'inserimento graduale delle squadre della Garbatella, soprattutto le giovanili, oggi inseriamo delle foto della squadra del G. Castello dove siamo coinvolti direttamente.

La partita era contro Cava dei Selci ed è finita 2 a 0 per il Castello su un campo molto ... bagnato!



Qui una mischia in area 


Marcature ... strette



Intervento in Scivolata


Marcature strette 


Goal (1 - 0)


Il tifo 


Tiro a volo 1 


Tiro a volo 2


Tiro a volo 3 Goal (2 - 0) 


Colpo di testa alto 


Punizione 1 


Punizione 2 (fuori)


Tiro Fuori


Fallo


Il Fallo c'era 


Marcature strette 


Marcature strette 


Il capitano in mezzo al fango




sabato 23 febbraio 2013

Padre Guido e la Chiesoletta

Da un articolo di Mongai su Cara Garbatella del 2006 nel 50 anniversario di Padre Guido da noi.
Ora è un pò malandato a dire il vero l'ho visto un paio di volte ma lui è Padre Guido ... basta la parola.


Dire padre Guido alla Garbatella basta e avanza, non occorre nemmeno aggiungere il  cognome, Chiaravalli, che peraltro pochi conoscono. Nominarlo significa richiamare l'oratorio, la parrocchia di San Filippo Neri, la storica chiesoletta di Sant'Eurosia, l'Istituto Cerare Baronio. Padre Guido, ottant'anni, è un'istituzione, per la sua generosità, per la sua cultura, per le sue virtù di educatore della gioventù. Intere generazioni se ne sono giovati, migliaia di ragazzi lo hanno amato, stimato, rispettato. Decano della parrocchia, dell'oratorio e dell'Istituto Cesare Baronio, rappresenta l'attiva continuazione della presenza degli Oratoriani filippini risalente al lontano 1925, quando il quartiere iniziava appena la sua espansione.

Da tempo volevamo intervistarlo. Ce ne ha offerto l'opportunità lo scrittore Massimo Mongai.

Anche lui da ragazzo aveva frequentato quel lungo fabbricato rosso di Via delle Sette Chiese eretto più di due secoli fa come vaccheria di una grande tenuta agricola, trasformato poi in oratorio dai padri filippini.

Lei è alla Garbatella dal 1956...? Il quartiere era "giovane", costruito da poco più di trent'anni anni, in piena fase espansiva con costruzioni in corso ancora negli anni '60, la chiesa di San Filippo Neri è del 1952. 
Com'era allora la Garbatella e come è oggi? 
Come la ricorda lei, come è cambiata?
Era un tempo molto diverso; il ricordo recente della guerra, il sentirsene usciti, il rendersi conto che la vita stava cambiando materialmente con nuove (desiderate ed
apprezzate) aperture: frigorifero- lavatrice-termosifoniscooters, il miraggio non più irraggiungibile della macchina e, di conseguenza, la possibilità di uscire dalla città
la domenica erano scoperte nuove nella vita particolarmente dei giovani.
L'oratorio è una realtà del quartiere ben nota e viva da decenni: da quando le ragazze non ci potevano entrare ai complessini degli anni '60 che provavano nel
teatro, dall'inizio della colonia a Torvajanica agli asili estivi, dalle varie squadre di calcio fino all'oggi. 
Com'è l'oggi dell'oratorio?
La colonia si è chiusa due anni fa: andare al mare non interessava, volevano andare in piscine con acquasplash: Gardaland e Riccione hanno preso il posto dello Jutland e della Scandinavia, dove in passato i ragazzi s'erano indirizzati.
E poi sono spariti i complessini ( si ospitano gruppi musicali o danza di adulti). Resta più che mai valida l'accoglienza: trovarsi in libertà in un luogo sicuro, poter
giocare (senza misters) come mi piace.
Lei è un meneghino purosangue ma di fatto ha passato la maggior parte della sua vita non solo a Roma, ma proprio qui alla Garbatella. Com'è andato il trapianto
da San'Ambrogio a San Pietro? 
Be, dopo essermi guardato attorno dove mai ero capitato (Garbatella anni '50) la decisione: Garbatellese con i Garbatellesi (30 mila partite di calcio per avere un linguaggio con loro). Dei romani apprezzo l'apertura al rapporto, la facilità di accontentarsi di poco ed il buon senso di fare.
Forse l'unico sacerdote noto in zona quanto lei era padre Melani, mancato da poco tempo. Ma ce ne sono stati altri. Li ricorda tutti allo stesso modo, qualcuno di
meno o di più?

Don Gregorio di San Benedetto all'Ostiense, don Lorenzo di San Francesco Saverio, padre Luigi, padre Alessandro, padre Armando, don Franco di Santa Galla, tutti partecipi per decenni del quartiere. Poi le suore, suor Carla (opera dal 1941!), suor Luisa, che era una figura leggendaria nell'assistenza agli "Alberghi". La gente nel
nostro quartiere rispetta la Chiesa proprio per l'esempio ricevuto.
Negli ultimi 50 anni nell'oratorio e al Baronio sono passate letteralmente migliaia di ragazzi e ragazze, che hanno ricevuto tutti, chi più chi meno, una qualche forma di imprintig da parte sua e degli altri sacerdoti della chiesa. 
Ne è soddisfatto? Cosa ne pensa, com' è andato il progetto educativo?
Tante volte lo stare a vedere per 5 ore nel pomeriggio giocare a pallone o stare la mattina per 5 ore al mare mi faceva venire il dubbio se era giusto vivere così il mio
compito di sacerdote. Poi, e sempre più con il passare degli anni, in incontri casuali con ex ragazzi ho sempre visto illuminarsi il volto ed esprimere la convinzione che
nell'oratorio e nella scuola avevano imparato a vivere.
Ringraziamo il Signore. 



giovedì 21 febbraio 2013

Garbatella: lo stato dei parchi è sempre più precario


La Garbatella, lo abbiamo ricordato anche ieri, prendendo spunto dalla descrizioni offerta dal minisindaco Catarci,era stato concepito come un quartiere all'inglese, pieno di aree verdi.




IL VERDE DELLA GARBATELLA - In effetti, se si osservano i cortili dei lotti popolari, spesso curati dagli stessi condomini, i giardini appaiono ancora come uno dei principali elementi di decoro urbano, che impreziosiscono il quartiere. Ma non sempre si può fare lo stesso discorso per le tante altre aree verdi, queste però a carattere pubblico, che riempiono la Garbatella, come San Paolo o come Grotta Perfetta.

IL DEGRADO DIFFUSO - In effetti, non si fa in tempo a descrivere il degrado che caratterizza un giardino pubblico, che immediatamente ci viene segnalato, o scopriamo con i nostri stessi occhi, altre aree verdi su cui è necessario intervenire con prontezza. Consapevole di questa situazione, il presidente Catarci ha deciso di passare al contrattacco. "Da tempo cittadini e Municipio Roma XI lamentano lo stato crescente di degrado di Parchi e aree verdi territoriali - riconosce il minisindaco - tra questi Parco Serafini di Via Giovannipoli, Parco Caduti del Mare di Via Pullino e Giardino Desiderio Nobels di Via delle Sette Chiese sono del tutto abbandonati".




I MOTIVI DEL DEGRADO - Le cause di tale abbandono, vengono rapidamente indicate dal presidente del Municipio " Si tratta di aree la cui manutenzione, in maniera anomala, è affidata all'Assessore Comunale alle Periferie anziché a quello dell'Ambiente. Inoltre, non ricevono nemmeno il consueto lavoro del Servizio Giardini. Niente di niente da quando l'ex Assessore Ghera non ha più potuto scegliersi la cooperativa di turno, cioè dallo scorso giugno. Da allora - osserva Catarci - nessuno pulisce e a Via Pullino e Via Giovannipoli nessuno apre e chiude i cancelli d'ingresso, costantemente spalancati.




IL RICORSO AI PRIVATI - Si diceva che, a fronte d'una situazione nota, ma immutata, l'ente territoriale ha deciso di giocare il tutto per tutto. "Il Municipio Roma XI - scrive il suo presidente - avendo segnalato più volte lo stato di insopportabile degrado, ora ha deciso di intervenire in proprio, in supplenza degli Assessorati centrali. Lo farà grazie ad una convenzione stipulata con l'Unione Sanitaria Internazionale (USI), una realtà di natura privata che si è resa disponibile a finanziare alcuni interventi straordinari . Così giovedì 21 febbraio - fa sapere Catarci- si procederà alla pulizia e al taglio dell'erba del Parco Serafini di via Giovannipoli alla Garbatella, a cui seguiranno le bonifiche di altre aree verdi territoriali. Ovvio, però, che è urgente una soluzione più strutturale della questione e che la Giunta Alemanno non può continuare a fare danni e poi a mettere la testa sotto la sabbia come fanno gli struzzi."


Fonte http://garbatella.romatoday.it/

Che mondo sarebbe ...



Un caro saluto da Paccutelli e Caldozza che accettiamo molto volentieri e che speriamo tornino preso ad essere attivissimi su questo blog !!

E un grazie a Kamomilla che mi ha mandato le foto del post precedente che non sapevo dove recuperarle in poco tempo!



Dal 2008

Ora Valerio Mastrandrea si è trasferito ma allora Repubblica pubblicò questo articolo




Dal Venerdì di Repubblica del 30 maggio

Di Emilio Marrese

Roma. “Ahò, ma questo lo conoscete?” chiede Gaetano, il padrone del bar, a due pischelle, indicando quel bel ragazzone che beve un caffè al banco. Silenzio. Risolini imbarazzati. “Eddaje: è Mastandrea!”. Aaah. E chi à?
E’ uno, Valerio Mastandrea, che non ha fatto il cesarone ma alla Garbatella c’è nato, cresciuto e tuttora ci vive. Il bar è quello della Roma club del quartiere: nella fiction di Canale 5 è l’esterno della bottiglieria di Amendola ed è meta di un incessante pellegrinaggio di fan e curiosi, che si fanno la foto ricordo e poi, entrando, scoprono un interno non corrispondente a quello costruito a Cinecittà per la tv. Nella realtà, tra poster e ritagli, campeggia una foto dello striscione con la scritta so’ soddisfazzioni “Quello striscione l’ho fatto io” dice Valerio. Anno 2001, ultimo scudetto della Roma. Quello che, invece, aveva in mente per quest’anno, là è rimasto: in mente. “Ma è stata lo stesso una grande domenica garbatellara”. Fuori dal club in piazza Giovanni da Triora ci sono il pappagallo Nerone, che sa un sacco di parolacce, e la foto di Agostino di Bartolomei, capitano dello scudetto ’83: aveva iniziato qui, all’oratorio di S. Filippo Neri, e frequentava lo stesso scientifico dove poi sarebbe andata anche Mastandrea, il Borromini. Valerio, invece, giocava a basket, playmaker. Sulla tenda esterna Gaetano, che indossa la t-shirt Garbatella indipendente, ha appiccicato la scritta bar dei Cesaroni. Dentro vende gadget a raffica. “Ti sei proprio prestato” lo provoca Mastandrea. “no, no: me so’ proprio venduto”.





La Garbatella, divenuta ora popolare in tutta Italia grazie ai Cesaroni, esiste dal 1920. Ed è sempre stato un posto molto speciale e cinematografico.
Un set naturale, scelto già da Luciano Emmer (Le ragazze di piazza di Spagna), Ettore Scola (C’eravamo tanto amati Sandrelli e Manfredi iscrivono i figli alla scuola Battisti di piazza Sauli la stessa dei Cesaroni). Alberto Sordi gridava per queste strade “signorina Margheriiita” in Mamma mia, che impressione! Visse qui, in via delle Sette Chiese, dal ’30 al ’40, e i vecchi se lo ricordano come uno un po’ bamboccione, che i coetanei sfottevano. Qui sono nati Enrico Montensano, Enzo Staiola, il ragazzino di Ladri di biciclette e il povero ma bello Maurizio Arena, la cui sorella Rossano (l’Erminia di tanti film di Sordi) oggi è per tutto Sora Garbatella: un’istituzione. Pasolini, che ci ambientò alcune pagine di Una vita violenta, veniva a caccia di facce. Come quella di Angelino, della bottega vino e olii. “Qui si entra in un’altra dimensione del tempo” annuncia Mastandrea. Ed è vero. Alla parete c’è una vecchia foto di Angelino in Accattone “Cos’ha di speciale la Garbatella? E' romanista, verde e umana”

La Garbatella è una paese di 45 mila anime dentro Roma. Un altrove abitato da romani veraci e garbati. Un’isola rossa come i suoi tetti. Un esercizio di stile urbanistico
Come racconta un documentario del Luce la città garbata, che ripercorre la storia della “città giardino”. Le stradine strette, i lotti popolari ma eleganti, i palazzi tutti diversi l’uno dall’altro, il barocchetto romano delle facciate. E un pavone che abita in un cortile e gira un po’ dove gli va. Non è che qui il tempo s’è fermato, però va molto più piano. 
“E’ un quartiere a misura d’uomo” dice Mastaandrea “che conserva una sua identità. Mi piace viverne la quotidianità, la tranquillità. Non me ne andrei mai. E’ abitato da persone interessanti. Mi diverte vedere il sottoproletariato invidiato dai ricchissimi inglesi di passaggio”. Le poche case in vendita hanno prezzi alti. Il diritto a quelle popolari passa di generazione in generazione (salvo aggirare vincoli illecitamente). 
“Qui ti senti protetto. Una tutela che però non è chiusura verso l’esterno” dice Valerio, che dal ’96 vive all’ultimo piano di un palazzotto tra i più antichi, 1921, a due passi dalla clinica dov’è nato e dal Teatro Palladium. “Ogni tanto ci faccio qualche lettura, ma sogno di portarci un mio spettacolo: arriverei in ciavatte e dopo mangerei a casa”.

Nonostante venga da qui anche la giovane Giorgia Meloni, il primo ministro targato Garbatella, il quartiere resiste a sinistra: 500 voti di scarto tra Rutelli ed Alemanno, ma ben 17 mila in più per il candidato di centrosinistra nelle elezioni di quartiere. “Anche la politica qui è umana” racconta Valerio “C’è fervore, Tante associazioni che organizzano iniziative. Quel radicamento sociale sul territorio che si rimprovera alla sinistra di aver perso, qui c’è”. A parte qualche scena di Chi nasce tondo, un piccolo film ora solo a Roma, Mastandrea non ha mai girato in queste strade dove tutti lo salutano con un cenno. “Non mi viene da ambientarci un film: sarebbe come raccontare gli affari miei. Però sono un po’ geloso delle troupe che arrivano da fuori: è come se mi entrassero in casa. Vorrei poterci girare solo io”.


giovedì 14 febbraio 2013

93 anni ma non li dimostra

Novantatre anni ma non li dimostra. La Garbatella, fra i "Rioni" antichi, è l'unico a sapere esattamente quando è nato: il 18 febbraio del 1920, grazie al sogno architettonico delle "Città Giardino", oggi osservato e studiato in tutto il mondo. 93 anni: un'età importante, portata con fierezza e con orgoglio. Qualche ruga compare qui e la ma i suoi abitanti la festeggiano con l'affetto e la creatività di chi ha il cuore sempre giovane. Dal 14 febbraio all'11 marzo si svolgerà un programma ricco di appuntamenti ed eventi, per la cui realizzazione saranno coinvolte numerose realtà associative e commerciali del territorio, nonché semplici cittadine e cittadini.







Roma 70: dopo 10 anni il Peano chiude le porte al rock


Anche se usciamo dai confini della Garbatella, ma tanti dei nostri vanno al Peano e poi su certe cose non si transige bisogna dare una mano e basta!

„Al Liceo Scientifico non è stata rinnovata la convenzione col prof. Pettinelli che da oltre dieci anni mette a disposizione le sale prove della scuola ai giovani del territorio. "Io insegno il rock ed il blues, ma forse a qualcuno non piacciono“



C'era una volta un insolito insegnante che seguiva un sogno improbabile: trasformare quattro aule abbandonate, in un luogo d'aggregazione. Il progetto, avviato oltre dieci anni fa, ha consentito a un migliaio di giovani residenti di apprendere i fondamenti della chitarra elettrica, come della batteria. Ad altri ha permesso di perfezionarsi; a tutti, però, ha dato la possibilità di usufruire delle salette prove e d'incisione che sono state realizzate, due lustri fa, in alcuni locali del Liceo Scientifico Peano.

IL ROCK ALLA PORTA - "Insegno al Peano dal 1985, ho curato i concerti presso la scuola per più di 30 anni. Dieci anni fa ho iniziato come docente il progetto sale musicali trasformando dei locali inutilizzati e fatiscenti in 4 sale prova attrezzate ed insonorizzate - ci scrive il professor Pettinelli - Questa trasformazione è avvenuta grazie alla mia caparbietà, ad investimenti personali ed alla collaborazione con i Dirigenti scolastici interessati". Qualcosa però, in un meccanismo che sembrava funzionare come un orologio svizzero, si è inceppato. Ed il risultato è stata la mancata firma dell'attuale preside, sulla convenzione con l'associazione di promozione sociale Alterlego, di cui il professor Pettinelli è il presidente. "L'Associazione - prosegue Pettinelli nella sua lettera - conta più di 1000 musicisti impegnati in orari pomeridiani e serali nei locali, per suonare e vivere dei sani momenti di ristoro e socializzazione, che raramente in questi ultimi tempi si possono godere con tranquillità".

MUSICA PER TUTTE LE TASCHE - Messi di fronte a questa realtà, abbiamo composto il numero del docente e ci siamo fatti spiegare un po' di cose. "Per poter usufruire della saletta prove, noi chiediamo di registrarsi come soci di Alterlego. In tal modo, come fosse una sottoscrizione, riusciamo a far pagare 12 euro e mezzo l'ora l'affitto di una saletta prove, in questo caso della più piccolina. Con quei soldi - ci spiega Pettinelli, rispondendo ad una nostra domanda - che vengono registrati nel bilancio dell'associazione, paghiamo un piccolo rimborso spese al fonico, e col resto riusciamo a coprire le spese delle pulizie, dell'insonorizzazione delle pareti, della sostituzione dei pezzi necessari alla saletta, insomma, con quella cifra svolgiamo tutte le nostre attività".

LA STORIA DEL ROCK - Si tratta di una somma modica, da dividere per il gruppo di persone che suonano. Lontanissima dai costi d'affitto di una analoga struttura. "Noi diamo la possibilità a tutti i residenti, non soltanto agli studenti, di sfogarsi con la musica. E' un momento importante di aggregazione, durante il quale ci si confronta e si fa musica, senza dare fastidio a nessuno. L'orario è serale, dalle 18 in poi e poiché abbiamo un ingresso autonomo, non diamo noia a nessuno. Da queste parti sono passati anche musicisti importanti, di fama internazionale e che hanno fatto parte dei Jethro Tull - sottolinea orgoglioso il docente- Io ho sempre insegnato che il Rock ed il Blues sono la storia della musica moderna, dal Metal al Progressive, fino ad arrivare al Country. Di conseguenza ho sempre creduto in questi due generi, che forse a qualcuno non piacciono".

LA RACCOLTA FIRME - Da questa settimana, l'attività musicale dell'associazione Alterlego e del professor Pettinetti, è cessata al Peano. Ma sulla rete, il docente ha già organizzato una raccolta firme, cui si può accedere dal sito firmiamo.it , con lo scopo di arrivare a 1000 sottoscrizioni. "Studiavo al Peano quando Alterlego muoveva i suoi primi passi - scrive Enrica, che ha firmato l'appello - In quelle sale impolverate facevamo le prove per il corso di teatro, tra un calcinaccio e l'altro. Il professor Pettinelli ha dato a quello spazio una dignità e la possibilità di essere usato nel miglior modo possibile. Questo genere di iniziative - conclude Enrica - vanno promosse, non soppresse" conclude Enrica. Probabilmente qualcuno non sarà d'accordo. Ma oltre quattrocento persone, in appena un mese, hanno dimostrato di vederla diversamente. Ed aumentano di ora in ora.



Fonte : 
http://garbatella.romatoday.it/salvare-alterlego-petizione-per-sostenere-attivita-musicale-rock-blues-peano.html

martedì 12 febbraio 2013

La Fontanella

 

Mia madre, che vive alla Garbatella da più di settant'anni, ha visto scorrere la storia del nostro quartiere. Lei ha voluto condividere con tutti i lettori della "Mia Garbatella" questi versi, dedicati alla fontanella di Piazza delle Sette Chiese.



La fontanella

 In quella piazza della Garbatella
che s’affaccia in “Via delle sette Chiese”,
c’è un’antica e canora  fontanella ,
testimone di sogni e  vane attese.

Fontanella che canti al sole,
quando passo per la tua strada,
la tua musica senza parole
  mi racconta la  vita passata.

Quante volte c’hai dissetati!
Dopo corse gioiose e sfrenate,
ti assaltavamo felici a sudati,
bevendo l’acqua  tra spruzzi e risate.
   
Poi, di colpo crescemmo tutti:
fame, paura, disperazione,
della guerra gli amari frutti,
cibo della popolazione.

Il tuo canto senza parole
piangeva la storia, che lenta scorre.
Scivola l’acqua come la vita,
in una ruota di giostra infinita.

Fontanella che canti al sole,
il tempo transita nella tua strada,
nuova musica, nuove parole.
Tutto cambia , ma  nulla è cambiato! 

Ivana C.

Frank Caldozza

A Grande richiesta ripubblichiamo un famoso video di un mago eccezionale !

Frank Caldozza



lunedì 11 febbraio 2013

Una recensione sul nostro blog


La mia Garbatella, tra passato e presente

Scritto da  Manuela Boggia - www.romainunclick.it


Un mondo nel mondo di Roma, è questa la Garbatella vista con gli occhi di chi ci è nato e cresciuto. La mia Garbatella è un blog in cui si raccontano storie vissute e ascoltate, luoghi, personaggi, aneddoti, in sostanza tutto quello che c’è dietro a questo storico quartiere nel cuore della Capitale oggi alla ribalta perché scelto come set cinematografico di film e fiction televisive.  
Il blog offre un percorso alla riscoperta di quegli spazi, nascosti o sconosciuti ai più, che distinguono e hanno distinto il quartiere nella storia. E’ una sorta di archivio di memorie, fatto di testi ed immagini, che permette al cittadino di apprezzare il valore di questo spaccato di romanità riappropriandosene attraverso i ricordi. La Garbatella del passato ma anche del presente, il confronto, infatti, non è solo sulla memoria ma anche sulle criticità attuali che la zona si trova ad affrontare.

I migliori anni ...



Vorrei riproporre un video già inserito nel 2009 nel vecchio blog dove si esibiscono alcuni di noi e pubblicato dal mitico Cadozza !!
Magari qualcuno può aiutarci a ricordare che occasione era !

giovedì 7 febbraio 2013

Due ragazzi della Garbatella espongono "I volti della sostenibilità"


Bene questo titolo " I volti della sostenibilità" lo abbiamo già sentito, infatti è una replica, a grande richiesta dei due protagonisti, Filippo e Simone della Garbatella.



Un modo diverso per evidenziare come le persone normali, senza grandi proclami, e senza pretendere nulla in cambio, utilizza i propri mezzi, la volontà e tempo ad essere "sostenibile" in proprio.



Il loro lavoro è stato apprezzato ed esposto ad ottobre a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma.
E' composto da una serie di foto dei protagonisti e da un video dove i protagonisti stessi espongono le idee, iniziative e organizzazioni.








Ora replicano a grande richiesta nel loro quartiere, ovviamente a Garbatella.




Il posto è Settegarba a via delle Sette chiese 58
La data e ora il 15 febbraio dalle 19.00


Andiamoci tutti e dimostriamogli affetto per continuare le loro iniziative.

Il Lavoro esposto a Palazzo Valentini 




L'evento segnalato su Facebook

Un ricordo der Marinaro che c'ha lasciato



Ricodarteve ...  terza porta a sinistra ... c'è er portiere 

ciao Marinà ! 










mercoledì 6 febbraio 2013

'E riqulizie daa' Nonnetta


Con immenso piacere che inserisco un nuovo (a dire il vero è vecchio) capolavoro del poeta Paccutelli




'E riqulizie daa' Nonnetta (di Ruggiero Paccutelli)

Le fusaje te le venneva er Fusajaro
Ce volevano dieci lira pe’ ‘n cartoccetto
Se le sfragolavamo in quarantotto
Per tera ce lasciavamo un monnezzaro.

Alle cinque der pommeriggio c’era er pranzetto
Chi portava li pescetti e chi l’olive
Le regazzine biascicavano giulive
Li maschi imbiscottaveno er picchietto.

Poi giocavamo tutti a nascondino
Quello che s’accecava sulla tana
Contava a voce arta pe’ benino

E l’antri che spariveno a buriana.
Li giochi terminaveno in mestizia
Er sor Giulio ce fischiava a rompicollo

A tutti ce veniva er torcicollo
E vammoriammazzata l’ingordizia.
Ma ‘ndo stanno ‘ste riqulizie daa’ Nonnetta?
Abbello, ecche vvoi fa’? Aspera  e ‘spetta!

martedì 5 febbraio 2013

Il gusto dell'identità alla Garbatella

Dopo il successo della scorsa edizione che ha visto la partecipazione di un folto pubblico di esperti e semplici curiosi, torna a Roma  dal 16 al 18 marzo “Culinaria, il Gusto dell’Identità”.  Il tema di quest’anno è il mercato, inteso non solo come luogo deputato all’acquisto dei prodotti da utilizzare poi in cucina ma anche e soprattutto come crocevia di culture, tradizioni e sapori. Un mercato, quello di Culinaria che vivrà delle influenze e delle tecniche tradizionali come essenziale base di ispirazioni per la cucina moderna.  E proprio un mercato, quello del quartiere storico della Garbatella, è la sede dell’ottava edizione della manifestazione.  “Un cambio di sede dovuto sia a motivi di natura logistica e operativa  che a fattori sociali - spiega Fabrizio Darini, uno degli organizzatori dell’evento -. Abbiamo infatti accolto con piacere la richiesta di collocare Culinaria in una sede che, dopo un lungo periodo di abbandono, è stata restituita al suo antico fascino. Il tutto, inoltre, in un quartiere dove la tradizione gastronomica ha sempre giocato un ruolo importante”.




Una location suggestiva che ospiterà la manifestazione dal 16 al 18 marzo per quella che promette di essere una tre giorni all’insegna del gusto e dell’alta cucina. Così come anche nelle precedenti edizioni, infatti, è prevista una massiccia presenza di chef di altissimo livello.  “Ce ne saranno più di 30 - conferma Francesco Pesce, chef a sua volta e tra le anime dell’iniziativa - e anche in questa occasione i cuochi avranno il ruolo fondamentale di trait d’union tra il pubblico e i prodotti di qualità e, nel corso dei loro incontri, ci aiuteranno a far capire come la tradizione possa influenzare la cucina contemporanea e dar vita alla creazione di tecniche innovative oltre che a diffondere gli insegnamenti per una corretta educazione alimentare e un equilibrato rapporto con il cibo”.  L’appuntamento da segnare in agenda è quindi per marzo, dal 16 al 18, presso il mercato rionale della Garbatella, in via Francesco Passino.  (Gianfranco Nitti)  
(04/02/2013)


Fonte:
http://www.mondointasca.org/notizie-flash.php?ida=24366&sez=15
http://www.culinaria.it/

Un eroe del nostro quartiere: Enrico Mancini



Recentemente, leggendo il libro di Adelio Canali: “Una terrazza sulla Garbatella”, che racconta il quartiere degli anni trenta e quaranta e tocca in modo drammatico, l’episodio delle fosse Ardeatine, mi sono ricordata della testimonianza fatta dal figlio di uno dei martiri della Garbatella: Enrico Mancini, suo figlio Riccardo, con dolore e rabbia, racconta l’episodio del suo arresto nel book Percorsi.
Enrico Mancini era nato a Ronciglione. Arrivò a Roma da ragazzo andando ad abitare con il padre a Testaccio. Pieno di spirito di iniziativa, era diventato un raffinato ebanista, tanto da aprire una bottega propria ìn Via Ostiense vicino al ponte della ferrovia. 
Alla fine degli anni venti, dopo aver rifiutato ripetutamente la tessera del Fascio, ricevette numerosi avvertimenti squadristi che culminano con l'incendio del laboratorio. 
Mancini si ritrovò così, carico di debiti e nell'impossibilità di continuare la sua attività. Ma non si perse d'animo. Prese in affitto una trattoria in Via della Scrofa, con la quale riusciva a mala pena a sbarcare il lunario, anche perché presso di lui facevano capo parecchi altri "irriducibili" o anche solo dei poveracci che non riuscivano a pagarsi un pasto. Ovviamente non fece fortuna. 
Nel frattempo, espulso dalla casa di Via Bodoni al Testaccio, gli fu assegnato l'alloggio-ghetto della Garbatella: agli “Alberghi", Lotto 43 delle case popolari in Via Percoto. Due stanze per otto persone con lungo corridoio, gabinetti e cucina in comune con altre famiglie di sfrattati.
In Via Mario de' Fiori, aprì un ufficio di rappresentanza commerciale agricola: comprava in campagna e rívendeva ai dettaglianti. In quell'ufficio raccontano i figli, facevano capo dirigenti del partito d'azione, cui Mancini aveva aderito dal 1942.
Poi, dopo l'8 settembre 1943, svolse un'intensa attività di collegamenti a Roma e fuori finché non fu arrestato dalle S.S. italiane della banda di Pietro Koch, ferocemente ma inutilmente torturato e quindi spedito a Regina Coeli.
Ricorda il figlio Riccardo:
“Al centro di Roma, la banda fascista del famigerato dottor Kock, aveva circondato il palazzo di Via Mario de Fiori e dall’ufficio commerciale, veniva portato fuori mio padre, a furia di percosse veniva caricato su una macchina nera e portato alla Pensione Oltremare, al n. 2 di via Principe Amedeo, una palazzina che i fascisti avevano attrezzato come prigione e sala di tortura. Quello stesso 7 marzo del 43, qualcuno forse per 5 mila lire, vigliaccamente, aveva venduto mio padre ai fascisti … Io avevo cinque anni, non capivo perchè
per molti giorni un mare di gente continuava a riempire casa mia, per portare solidarietà a mia madre. A volte, verso sera, per un po’ di tempo mi andavo a sedere ai gradini della grande scalinata che porta all’ingresso principale del 3° Albergo. Anche lì non riuscivo a capire perché mio padre non veniva più a dirmi la solita, simpatica e innocente bugia. Quando lui tornava dal lavoro io da quella scalinata lo vedevo subito, allora gli correvo incontro, lui mi afferrava a due mani, mi sollevava in aria e mi diceva quasi gridando: ecco il più bello d’Europa!…
Era evidente e vero che lui già ragionava in termini europei.

Fucilato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo del 1944, il suo corpo quando venne riesumato, presentava i segni delle torture subite.
Alla moglie fu restituito un solo effetto personale e fu con quello in mano, che Adelio Canali, che li conosceva, la trovò piangente e disperata con l’unica cosa che le era rimasta di suo marito.

In memoria di tutti i martiri delle Fosse Ardeatine, voglio pubblicare qui, una poesia di mia madre, che visse in quei tempi terribili, udì le esplosioni causate dai tedeschi nel tentativo di occultare la strage e in seguito, partecipò, con tanti della Garbatella, ad una muta processione per andare a vedere cosa fosse successo, scoprendo un’orrenda verità. Per lei appena adolescente fu uno shock terribile che l’ha segnata per tutta la vita.






Le fosse ardeatine


Il giorno che scoprimmo
le “Fosse Ardeatine”,
fu quello in cui udimmo
lo scoppio delle mine.

La gente, costernata,
correndo per la strada,
gridava a perdifiato:
“quanta gente hanno ammazzato!

Laggiù… Dentro certe grotte
l’hanno portati,figli di m.…..te!”.
Con mia madre, ci mettemmo appresso
per vedere che cosa era successo.

Li vedemmo; stavano ammassati
come immondizia,ancora incatenati.
Nella spelonca, d’ogni onore priva,
una pietosa nebbia li copriva.

Fra di loro, fiori calpestati,
due fanciulli, da casa prelevati
mentre erano nello studio intenti;
in via Rasella… Brutti delinquenti!

La gente guardando inorridita
assisteva allo scempio della vita.
All’epoca ero appena adolescente
ma ce l’ho sempre fisso nella mente.

E’ mai possibile che quattro mentecatti,
possan così, decidere per tutti
e sterminare le popolazioni?
Dio mio, perché tante tribolazioni?

Soltanto Tu che sei bontà infinita,
puoi dare e puoi riprendere la vita!

Ivana C.



Fonte: Storia di un quartiere negli anni terribili del fascismo di Cosmo Barbato
Una terrazza sulla Garbatella di Adelio Canali
Testimonianza di Riccardo Mancini su Percorsi.