martedì 26 marzo 2013

Le città giardino



La città giardino, nacque in Inghilterra alla fine del XIX secolo. In quel periodo, l'aumento del lavoro nelle fabbriche e il conseguente richiamo in città di operai, fece nascere zone di degrado urbano, dove mancavano servizi essenziali con un abbrutimento di chi era costretto ad abitarci, per via dei costi bassi.
Allo scopo di riunire in un solo luogo, gli agi della campagna e i servizi di città, vicino ai luoghi di lavoro, si sviluppò l'idea per la realizzazione dei quartieri, denominati, città giardino.

Questa originaria idea fu ripresa e sviluppata da Ebenezer Howard, che aveva come principale obiettivo quello di salvare la città dal congestionamento e la campagna dall'abbandono.
In queste zone, accanto a villini unifamiliari, c'erano negozi, servizi e una chiesa, posta in zona centrale. Si cercò di evitare lo sviluppo di borgate o di città dormitorio.
In Inghilterra fu Letchworth la prima città giardino, fondata nel 1903 a circa 50 km da Londra.


Letchworth


L'idea fu ripresa anche a Roma, sorsero così il quartiere Montesacro e la Garbatella. Il primo, cominciò a sorgere nel 1919 tramite un'iniziativa di un comitato delle ferrovie dello stato si cercò di seguire un modello inglese di edificazione che prevedeva di rendere ai cittadini una vita meno disagevole. L'idea fu di creare una Garden City (la più grande del mondo), da cui il nome della città in italiano. L'edificazione fu commissionato al "Consorzio Città-Giardino Aniene" su progetto di Gustavo Giovannoni, ma l'ideazione del nuovo quartiere si deve a Alberto Calza Bini ed a Filippo Cremonesi.


Villino a Montesacro

Alberto Calza Bini, qualche anno dopo, realizzò in parte, anche alcune costruzioni del quartiere Garbatella. La prima pietra fu posta, a piazza Benedetto Brin dal re, Vittorio Emanuele III il 18 febbraio del 1920, sulla quale si legge: 

«Per la mano augusta di S.M. il Re Vittorio Emanuele III l'Ente autonomo per lo sviluppo marittimo e industriale e l'Istituto delle case popolari di Roma con la collaborazione delle cooperative di lavoro ad offrire quieta e sana stanza agli artefici del rinascimento economico della capitale. Questo aprico quartiere fondano oggi. XVIII Febbraio MCMXX.»


Piazza Benedetto Brin
Targa a Piazza Benedetto Brin
Il rapporto tra le metrature dedicate al verde "privato" e quelle edificate, nei primi lotti costruiti fu tra i più alti nell'Italia dell'epoca, si conciliava così l'esigenza di chi, venuto dalla campagna, poteva coltivare un piccolo orto familiare, pur lavorando in fabbrica. La zona della via Ostiense era allora, una delle zone più industrializzate della città.
Si creò un'aggregazione sociale, particolarmente coesa e solidale ma un po' distaccata dal resto di Roma.
Questa coesione e solidarietà, è ancora rimasta in chi vi è nato, come ho più volte ribadito, non si riesce a distaccarsene e si resta molto ancorati alle radici.



Il lotto otto


Una strada di Jordaan - Amsterdam


In altra città europea, Amsterdam, in tempi anteriori, nacque il quartiere De Jordaan. Nel XV secolo, il secolo d'oro olandese, vi furono trasferiti gli operai, per allocarli in zone vicine alle industrie e per liberare le zone più centrali e ambite dalla città. Strappato, anche questo al mare, inizialmente era un luogo malsano e difficile da vivere. Si sviluppò per questo motivo, una forte solidarietà e coesione tra gli abitanti che restò per secoli. Agli inizi del XX secolo era ancora un quartiere operaio ma con il passare del tempo divenne un quartiere "alla moda", un po' come la Garbatella attuale. Ad Amsterdam lo considerano una città nella città, che ci fa ricordare? Il mondo nel mondo di Roma che è la Garbatella, stesso modo di vivere il territorio.
Le origini del nome sono incerte: si pensa che derivi dal fiume Giordano che scorre in Palestina oppure si pensa che gli Ugonotti, fuggendo dalla Francia  dove erano perseguitati, si insediarono in questo quartiere e lo chiamarono Jardin, Giardino in francese, che con il passare del tempo divenne Jordaan, la città giardino, anche se non nel concetto inglese. Passeggiando tra le sue strade, si respira quasi aria di casa, si percepisce la particolarità, il modo di vivere, un po' chiuso. E' una cosa che ho notato e mi ha colpita molto, forse perchè nata anch'io in una città nella città.
Jordaan - non sembra un lotto della Garbatella?

Le sedie a Jordaan
Tavolo sulla strada a Jordaan
C'è molto verde, nelle strette strade di Jordaan, tra i suoi palazzi, sono racchiusi giardini, apparentemente invisibili. Ho trovato due particolari, che lasceranno incuriositi anche voi, “le sedie”, messe lì per futuri incontri tra vicini, e un tavolo davanti ad un'abitazione, in tutto uguale a quello del lotto nove, su via Luigi Orlando, dove due signore, si dilettano d'estate a giocare a carte. Riguardo "le sedie", esse sono situate a lato del  lotto otto di fronte al bar detto "de Paolo" per quelli della Garbatella non c'è bisogno di spiegazioni, ma per chi non fosse del posto, le "sedie" vengono incatenate, si vede nella  foto, per evitare furti e se ne servono alcuni anziani per chiacchierare d'estate.




Garbatella tavolo al lotto 9 su via Luigi Orlando
Garbatella - Le "sedie"




fonte: wikipedia
foto: alcune prese in internet alcune sono mie.

Il post è stato pubblicato sul mio blog 



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